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Il 15 luglio 2022 è entrato in vigore il nuovo Codice della Crisi di Impresa e dell’Insolvenza, che avrà un forte impatto su tutte le imprese, anche quelle che in crisi non sono.

Quali sono le principali novità?

E perché questa Riforma può offrire un grande assist per la modernizzazione della tua PMI?

Cosa occorre per mettersi in regola?

 

 

  1. Nuovi obblighi

Come abbiamo visto nella prima parte di questo articolo, il Codice della Crisi cambia la prospettiva e richiede a tutti gli operatori (imprenditori, organi di controllo, Inps, Inail e Agenzia delle Entrate) di organizzarsi per la rilevazione tempestiva dei primi segnali di crisi.

Per raggiungere questo obiettivo, gli imprenditori hanno l’obbligo di adottare assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati alla natura e alle dimensioni dell’impresa.

In altre parole: la Legge non tollera più che l’imprenditore vada avanti solo con il suo intuito e con il suo fiuto e senza uno straccio di organizzazione, come invece accadeva in passato.

Il nuovo imprenditore deve agire professionalmente e quindi organizzarsi per avere a disposizione tutte le informazioni necessarie a:

  • tracciare la rotta;
  • monitorare il percorso;
  • prevedere i flussi di cassa futuri.

Per le spa e le srl, questo significa che gli imprenditori devono adottare un protocollo organizzativo secondo le indicazioni di legge (si rimanda alla prima parte dell’articolo).

 

  1. Nuovi rischi e responsabilità

Ad ogni obbligo corrisponde una responsabilità.

In questo caso, si tratta di una responsabilità particolarmente gravosa per gli imprenditori che continueranno ad andare “a braccio”, senza adottare gli adeguati assetti.

La Legge infatti prevede che gli amministratori di Spa (art. 2394 del codice civile) e di Srl (art. 2476 del codice civile) rispondono verso i creditori sociali per l’inosservanza degli obblighi a essi imposti.

In altre parole, in caso di crisi dell’impresa, i creditori (banche, fornitori, Inps, Agenzia delle Entrate) potranno richiedere il pagamento direttamente agli amministratori.

Una prospettiva e un rischio che vanno decisamente evitati.

 

  1. I punti di debolezza delle PMI italiane: carenze che generano ansia

Nella prima parte di questo articolo abbiamo visto, anche se sinteticamente, in cosa consistono quegli adeguati assetti che oggi il nuovo Codice della Crisi impone a tutte le imprese.

Per le grandi imprese non si tratta di novità, perché quasi tutte sono già attrezzate in tal senso.

Se parliamo di piccole e medie imprese, invece, il discorso cambia radicalmente.

In tanti anni di esperienza a fianco delle PMI, infatti, ho capito che esse hanno un grande punto di forza: l’imprenditore (e talvolta la sua famiglia), ma anche tanti punti di debolezza:

  • eccessivo accentramento di funzioni nella persona dell’imprenditore;
  • scarsa organizzazione;
  • imprenditore “padre padrone”, che tutto fa e di tutto si occupa;
  • assenza o inadeguatezza di strumenti di previsione e di controllo;
  • gestione “artigianale” della tesoreria;
  • andamento aziendale monitorato solo attraverso contabilità e bilancio, spesso esternalizzati al commercialista.

Assistendo quotidianamente gli imprenditori, so bene che non ci voleva il Codice della Crisi per accorgersene: di queste criticità sono ben consapevoli da sempre!

Anzi, è proprio da questi punti di debolezza che derivano le loro maggiori ansie di tutti i giorni: “sento di non avere il pieno controllo della mia azienda… non so bene dove stiamo andando… non riesco a fare previsioni per il futuro…”.

Tutto questo genera ansia, negatività e comportamenti poco efficienti, incapacità di delegare, impossibilità di riuscire a “staccare la spina”, neanche la domenica o in vacanza, con influenze nefaste anche sulla vita privata e familiare.

 

  1. Nuove opportunità di modernizzazione delle PMI

Introdurre adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili non significa solo mettersi in regola ed evitare rischi per il patrimonio dell’imprenditore.

Significa soprattutto portare la modernizzazione in azienda e garantire all’imprenditore una gestione più consapevole e professionale e, di conseguenza, una vita più serena.

Conosco già le obiezioni dell’imprenditore:

  • è solo l’ennesimo inutile costo amministrativo, imposto dallo Stato, che non genera fatturato;
  • mi farà sprecare tempo prezioso.

 

Certo, concordo sul fatto che non si tratta di un percorso semplice che si fa dall’oggi al domani e senz’altro non è a costo zero.

Eppure è un processo di modernizzazione necessario per proiettare la tua PMI a un livello più alto e, soprattutto, per averne un controllo maggiore.

Non è un costo inutile, ma un vero e proprio investimento che si rivelerà molto redditizio.

Un’azienda meglio organizzata sarà infatti in grado di:

  • individuare nuove opportunità di business e aumentare i ricavi;
  • migliorare la produttività tramite un miglior clima aziendale;
  • creare un miglior rapporto con i clienti;
  • alimentare costantemente i fattori creatori di valore;
  • analizzare la marginalità dei prodotti, scoprire le aree di inefficienza e quindi aumentare la redditività;
  • anticipare eventuali crisi di liquidità e quindi diminuire gli oneri finanziari;
  • aumentare le possibilità di finanziamenti, bancari e non.

 

  1. Conclusioni

Il Codice della Crisi entrato in vigore il 15 luglio 2022 ha cambiato molte regole e introdotto nuovi obblighi e responsabilità per tutti gli imprenditori, non solo per quelli in crisi o in difficoltà.

Fra le maggiori novità, vi è l’obbligo di dotare le imprese di assetti organizzativi, amministrativi e contabili, in grado di intercettare tempestivamente i primi segnali di crisi.

Nel panorama attuale, la maggior parte delle PMI è priva di adeguati assetti e molta strada c’è ancora da fare.

L’imprenditore deve adeguarsi, introducendo all’interno della propria organizzazione tutti quegli strumenti gestionali capaci di ridare all’imprenditore il pieno controllo della sua azienda.

Deve farlo non solo perché è un obbligo di legge la cui inosservanza potrebbe esporlo a responsabilità, ma soprattutto per imboccare la strada della modernizzazione della sua azienda, con un investimento che si rivelerà molto redditizio in termini economici.

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