Skip to main content

Nel corso della mia attività di consulenza alle PMI ho notato che spesso gli imprenditori ritengono – in buona fede – che le loro scelte di gestione siano insindacabili, soprattutto se la società ha una ristretta base azionaria e quindi non devono rendere conto ad altri soci.

D’altro canto – si pensa – i soldi sono i miei e li gestisco come mi pare…

Così non è.

Scopriamo quali sono i criteri da seguire per evitare contestazioni e cosa si intende per Business Judgement Rule.

 

 

  1. La libertà di scelta dell’imprenditore: assoluta o relativa?

Il principio base delle società è che gli amministratori gestiscono il patrimonio sociale su mandato dei soci e ne sono responsabili.

In relazione alla gestione di tale patrimonio, ogni giorno gli amministratori sono chiamati a prendere delle decisioni, siano esse di tipo strategico (orizzonte di lungo termine) o di problemi quotidiani.

 

E’ agli amministratori che competono:

  • la pianificazione dell’iniziativa imprenditoriale;
  • l’organizzazione aziendale;
  • la promozione dell’impresa presso la clientela;
  • tutto il ciclo degli acquisti, compresa la scelta dei fornitori;
  • il controllo dei risultati.

 

Un’attività complessa, che essi devono portare avanti in maniera professionale.

Non è sufficiente, infatti, operare sulla base della classica “diligenza del buon padre di famiglia”.

Al contrario, la Legge richiede che gli amministratori debbano gestire la società con la “diligenza richiesta dalla natura dell’incarico”.

Sembra una differenza da niente, una sfumatura, ma non lo è. La Legge vuole infatti impedire che chi viene nominato amministratore di una società prenda questo incarico sotto gamba.

In caso di gestione – per così dire – “leggerina” le conseguenze in termini di responsabilità a carco degli amministratori possono essere anche gravi.

Il loro operato, infatti, può essere sottoposto a verifica sia dal Giudice civile, sia dal Giudice penale (vedi altro articolo del mio blog.

 

Ma se ciò è vero, sulla base di quale criterio un Giudice potrà individuare responsabilità civili o penali nelle complesse e sfaccettate scelte di un amministratore?

In altre parole: dove finisce la libertà dell’imprenditore di gestire la sua impresa come meglio crede?

 

 

  1. Esiste un “divieto di fallire”?

Fare impresa, si sa, porta sempre con sé un rischio.

Il successo di un’iniziativa imprenditoriale dipende da tanti fattori e non si può escludere che, talvolta, anche l’impresa meglio gestita possa entrare in crisi e addirittura fallire.

Ma questo significa che, in caso di insuccesso dell’iniziativa, gli amministratori saranno sempre chiamati a risponderne, indipendentemente dalla bontà del loro comportamento?

In altri termini: esiste un “divieto di fallire”?

 

  1. La Business Judgement Rule: cosa significa?

La Business Judgement Rule (BJR) è un principio giurisprudenziale di origine statunitense, ormai comunemente applicato anche nei nostri tribunali.

In base alla Business Judgement Rule, un amministratore che abbia adempiuto ai suoi doveri con diligenza, professionalità e correttezza non potrà essere considerato responsabile per l’eventuale insuccesso dell’impresa da lui gestita.

 

Ciò significa che nessun Giudice potrà condannare un amministratore, se egli è in grado di dimostrare di essersi comportato in maniera diligente.

Nello specifico, la diligenza viene riconosciuta quando le scelte dell’imprenditore sono state assunte:

  • in assenza di conflitto di interessi personali;
  • in buona fede;
  • sulla base di un processo logico, razionale o quanto meno ragionevole;
  • sulla base di tutte le migliori informazioni disponibili.

 

In sintesi: Business Judgement Rule significa che le scelte dell’amministratore, se assunte su base informata e razionale, sono insindacabili.

Ma attenzione. Essersi comportati in maniera diligente non basta, perché per evitare la responsabilità bisogna anche essere in grado di dimostrarlo e documentarlo carte alla mano.

Ecco perché è così importante tenere una traccia documentale delle scelte fatte e delle motivazioni che ne sono alla base.

 

  1. Facciamo un esempio

Ipotizziamo che l’amministratore di una Srl operante nel settore della ristorazione si trovi a dover decidere se investire, o meno, in un progetto di start up per l’apertura di un ristorante in una nuova città.

Se prima di investire egli avrà:

  • effettuato un’attenta analisi del mercato della ristorazione in quella città, esame dei competitor;
  • predisposto un accurato business plan sulla base di informazioni affidabili e dettagliate;
  • creato un’organizzazione adatta (scelta di un restaurant manager di esperienza, individuazione dello chef e del resto del personale),

nessuno potrà mai imputargli alcuna responsabilità anche nella malaugurata ipotesi di insuccesso dell’iniziativa.

Diversamente, se egli avrà investito basandosi solo sul suo istinto (“me lo sento, andrà tutto bene…”) ma senza le sufficienti analisi preliminari, allora in caso di insuccesso o fallimento sarà molto probabile che egli possa essere chiamato in responsabilità per i danni causati ai soci e ai creditori.

 

  1. Agire informati: l’importanza degli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili

Come abbiamo visto, in estrema sintesi il principio della Business Judgement Rule pone a carico degli amministratori un vero e proprio obbligo di agire informati.

Agire informati è possibile solo se l’azienda si è dotata degli strumenti adatti:

  • strumenti organizzativi (organigramma, funzionigramma, un sistema di deleghe codificato, procedure interne);
  • pianificazione finanziaria e di tesoreria;
  • business plan;
  • monitoraggio di alcune tipologie di debito scaduto;
  • individuazione delle variabili strategiche che creano il valore dell’impresa;
  • controllo di gestione.

Si tratta di quegli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili introdotti dal Codice della Crisi, che ogni imprenditore dovrebbe allestire all’interno della propria azienda.

L’allestimento di un sistema di adeguati assetti non solo consente di assumere decisioni informate, razionali e logiche, ma permette anche di poter dimostrare e documentare la razionalità di quelle scelte, elemento cruciale al fine di invocare il principio della Business Judgement Rule e, di conseguenza, di evitare di essere chiamati in responsabilità.

 

  1. Conclusioni

Non esiste un “divieto di fallire”.

Tuttavia, gli amministratori di società sono obbligati ad assumere le proprie decisioni (sia quelle strategiche, sia quelle quotidiane) sulla base di un processo logico razionale, ragionevole ed informato.

Solo in questo caso opera il principio della Business Judgement Rule, che afferma la insindacabilità dell’operato degli amministratori che sono in grado di dimostrare di aver agito con diligenza professionale.

Perché tale principio operi, gli amministratori devono poter contare sugli strumenti giusti, quelli che la Legge chiama gli “adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili”.

 

Se sei un imprenditore e vuoi testare il grado di controllo sulla tua azienda, prova a rispondere ad alcune domande.

Scopri i miei servizi di consulenza per aziende

Avvio di impresa

Pianificazione strategica aziendale e programmazione

Tax planning e difesa tributaria

Prevenzione e gestione crisi di impresa