Per avviare una start up occorrono innovazione, idee ed entusiasmo.
Ma a volte tutto ciò non basta a evitare i passi falsi che sono sempre dietro l’angolo, perché anche una buona idea, per essere vincente, deve essere supportata dai numeri.
Per questo occorre sviluppare un business plan professionale, perché è la pianificazione il vero segreto del successo.
Hai pensato davvero a tutto?
- Lo startupper vorrebbe sempre partire subito, ma a volte è meglio prendersi il tempo necessario
Quando un mio cliente decide di avviare una start up vorrebbe bruciare le tappe, perché l’entusiasmo è sempre tanto.
In questi casi, è mio compito far comprendere che l’avvio di un’impresa è un investimento di tempo, di denaro e di energie troppo importante, che richiede quindi l’attenzione necessaria.
E quando si parla di nuove iniziative di impresa, spesso la fretta è cattiva consigliera.
Sono abituato a ragionare come se i soldi dei miei clienti fossero soldi miei. E io, se devo fare un investimento (di tempo e/o di denaro), devo essere sicuro al 100% di aver prima:
- sviscerato ogni sfaccettatura;
- fatto tutte le previsioni ed elaborato gli scenari più plausibili;
- compreso perfettamente quanti soldi mi servono.
E allora, anziché assecondare il cliente e aprire subito la società, preferisco sempre preparare un business plan.
Perché nella vita, ma soprattutto nel mondo del business, c’è bisogno di tanto, tanto realismo e ciò che comanda, alla fine, sono sempre i freddi numeri.
- Perché è fondamentale sviluppare un business plan prima di avviare la tua start up
Molti credono che i business plan vengano fatti solo per richiedere finanziamenti alle banche.
Non è così.
Io credo fortemente che il primo destinatario del business plan debba essere proprio il futuro imprenditore, cioè colui che investirà tempo, energie e denaro.
Se stai pensando di avviare una start up, ti consiglio vivamente di sviluppare un business plan ben fatto, che ti “costringerà” ad approfondire quei fattori cruciali che influenzeranno – che tu lo voglia o meno – la riuscita del tuo progetto.
Anche quelli a cui, magari, non avevi pensato.
Per questo è fondamentale intraprendere questo percorso con mente aperta, pronto ad accettarne le conclusioni, positive o negative che siano.
Magari l’analisi confermerà la bontà e la fattibilità dell’idea di business alla base della start up.
Ma può anche succedere che il business plan evidenzi delle criticità: e allora è meglio fermarsi in tempo, evitando di buttare tempo e soldi in un’impresa che non ha i numeri già in partenza.
Meglio una delusione oggi, che un fallimento domani.
In sintesi. Prima di investire il tuo tempo e i tuoi soldi ricorda di “mettere i numeri in fila”: un business plan ti richiederà un maggiore sforzo di analisi iniziale, ma sarà fondamentale per partire con il piede giusto.
- Cos’è un business plan? Un caso pratico: l’apertura di un ristorante
Un business plan è quel documento che sintetizza gli obiettivi operativi, economici e finanziari della tua start up su un arco temporale di 3/5 anni.
Un buon business plan si sviluppa in 5 fasi.
Per comprendere meglio, facciamo un esempio concreto: il business plan relativo all’apertura di un ristorante.
Fase 1. Analisi del posizionamento e del mercato di riferimento
Il percorso parte dalla comprensione del mercato di riferimento, individuando il tuo posizionamento. Questa analisi è finalizzata a far emergere i punti di forza e di debolezza della tua idea di business.
Ad esempio:
- tipologia e fascia economica di offerta;
- scelta del quartiere;
- analisi dei ristoranti già esistenti in zona;
- pranzo, cena o entrambi?
- servizio di delivery, si o no?
Fase 2. Obiettivi di vendita
In questa fase si effettuano le previsioni dei volumi di vendita:
- numero di coperti;
- ipotesi di percentuali di occupazione;
- prezzi.
Fase 3. Investimenti, organizzazione e costi operativi
Fissati gli obiettivi di vendita, si tratterà di determinare le spese che bisogna sostenere per raggiungere quegli obiettivi:
- investimenti in beni materiali e immateriali;
- costi per il personale;
- altri costi operativi.
Nel caso del ristorante:
- costo di acquisto dell’azienda, nel caso si voglia rilevare un’attività già avviata;
- investimenti in attrezzature, mobili e macchinari, nel caso si voglia avviare un’attività da zero;
- canoni di locazione dell’immobile ed eventuali depositi cauzionali;
- costi per le materie prime;
- costi per il personale;
- altri costi.
Fase 4. Quantificazione dei fabbisogni finanziari
E’ ora il momento di mettere tutti i numeri insieme e tirare una riga, per giungere alle tanto attese conclusioni.
Lo sviluppo del business plan consentirà di effettuare una previsione non solo dei risultati economici, ma soprattutto dei fabbisogni finanziari:
- quanti soldi dovrai investire, tirandoli fuori dal tuo conto corrente?
- quando dovrai investirli? Tutti all’inizio o suddivisi nei 3/5 anni del piano?
- avrai bisogno di altri soci?
- dovrai chiedere finanziamenti? E per quali cifre?
Fase 5. Analisi di sensitività
Il business plan è, in ultima istanza, un modello di previsioni economiche e finanziarie.
Prima di giungere alle conclusioni finali, è importante sottoporre le nostre previsioni a uno stress test attraverso delle analisi di sensitività.
In parole semplici, bisogna chiedersi cosa accadrebbe al nostro modello se, ad esempio:
- il fatturato reale dovesse rivelarsi inferiore del 10% rispetto alle previsioni;
- ti dovessi accorgere che, invece di due camerieri, te ne occorrono tre;
- i prezzi delle materie prime dovessero aumentare del 20%.
Ecco: visto che stai per investire tempo e denaro nella tua start up, ricorda sempre di fare questa analisi di sensitività, perché potrebbe evitarti delle gran brutte sorprese.
- Altre finalità del business plan
Il business plan serve prima di tutto a te per capire se la tua idea di start up è fattibile sotto il profilo economico e finanziario.
Ma un business plan ben realizzato ha anche altre, importantissime, finalità.
Scopriamole.
a) Richiedere finanziamenti e investimenti in maniera professionale
Il business plan è il documento che ti consentirà di illustrare e comunicare la tua iniziativa economica ai finanziatori e agli investitori.
Sia che tu voglia richiedere un finanziamento a una banca, sia che tu voglia invece coinvolgere un altro socio investitore (ad esempio un tuo amico che vuole partecipare all’iniziativa), il successo di una richiesta di questo tipo passa sempre da un business plan ben fatto, cioè:
- credibile;
- realizzabile;
- chiaro e semplice da comprendere.
Le nuove regole EBA (European Banking Authority) prevedono che le banche, nella loro decisione di finanziare, o meno, un’iniziativa, debbano basarsi anche su informazioni quali:
- piano aziendale;
- modello di business;
- proiezioni finanziarie.
In pratica, le banche devono studiare e analizzare il tuo business plan.
b) Impostare il controllo di gestione
Il controllo di gestione è un sistema che consente all’imprenditore di monitorare l’andamento aziendale attraverso un confronto rispetto a quanto pianificato.
In questa chiave, il tuo business plan può rappresentare una base di partenza utilissima per la creazione di un sistema di controllo di gestione, che ti aiuti a tenere sotto controllo l’andamento degli affari.
- Conclusioni
L’avvio di una nuova impresa, sia essa un ristorante o un’altra attività, rappresenta un grande investimento di denaro, tempo ed energie.
Una buona idea potrebbe non bastare perché ciò che comanda, alla fine, sono i freddi numeri!
Per evitare passi falsi, la parola d’ordine è: pianificazione.
La pianificazione di una start up si fa attraverso l’elaborazione di un business plan professionale, cioè di un documento che ti consente di tradurre la tua idea in numeri.
Solo così scoprirai se la tua idea di start up è non solo “buona”, ma anche sostenibile sotto il profilo economico e finanziario, o se invece c’è qualcosa che non va.
In questo caso, meglio saperlo prima che dopo!